Ho conosciuto i lavori di Giulia Nelli lo scorso anno e da subito ho trovato di grande interesse queste opere fatte di collant sfilacciati. Così ad ottobre 2018, in occasione della XIV Giornata del Contemporaneo, l’ho invitata a partecipare a SINE QUA NON – una mostra di fiber art allestita ad Amatrice a due anni dal sisma. Pochi mesi dopo ho curato una sua personale. E ora l’ho intervistata per capire di più sulla sua ricerca e sul suo lavoro.

Io: Nei tuoi lavori ti esprimi soprattutto attraverso il mezzo ‘tessile’, sia esso filo o tessuto. Ti definisci una fiber artist e la tua ricerca è orientata principalmente in questa direzione oppure questa per te è una tra diverse forme di espressione artistica che utilizzi?
GN: Dopo aver sperimentato un po’ tutte le tecniche artistiche durante il mio percorso formativo e nel primo anno di lavoro, sono approdata al mezzo tessile che credo resterà a lungo il mio oggetto di espressione prevalente.
A ottobre 2019 ho iniziato il corso di Arazzo Contemporaneo presso la Scuola D’arte Applicata del Castello Sforzesco a Milano per conoscere meglio il mondo affascinante delle arti tessili e ho notato subito una differenza tecnica tra il mio lavoro, nel quale le opere nascono dalla trasformazione del materiale, che viene strappato, tirato e ridotto al filo per creare qualcosa di nuovo, e l’arte tessile, nella quale si parte dal filo per iniziare a costruire un’opera.
Io: Come sei arrivata alla scelta di utilizzare i collant femminili per le tue opere?
GN: L’incontro con il collant è stato quasi “casuale” ed è iniziato da un paio di collant rotti che mi avevano colpito così tanto per la forma degli strappi che, invece di buttarli, li avevo messi nella mia “scatola delle idee”. Li ho tirati fuori per partecipare a un concorso artistico legato alla sostenibilità, al riciclo e alla trasformazione del materiale e li ho trovati molto duttili: da quel momento ha preso inizio il mio percorso nella Fiber Art che ancora oggi si evolve continuamente.

Io: C’è un valore concettuale già nel ‘mezzo’, ovvero nel collant, prima ancora che nell’opera finita?
GN: Si, la scelta dei collant allude in modo simbolico all’intimità femminile e inoltre, rimanda alla modernità essendo il materiale in poliammide ed elastan essendo un prodotto a elevato valore di innovazione. La bellezza di questa microfibra è sinonimo di eleganza e di confort e, allo stesso tempo, ha un’alta valenza simbolica nel processo storico di emancipazione femminile.
I valori insiti nel materiale si trasferiscono nelle opere conferendo forza alla metafora della trama che caratterizza tutti i miei lavori, attenti in particolare ai legami che una donna, e un individuo più in generale, instaura durante la propria vita: relazioni con se stesso, con gli altri e il territorio in cui vive, che talvolta sono frivole e leggere, altre volte intense, se non addirittura vincolanti e violente.
Io: Nelle tue opere c’è molto nero e pochi altri colori. Che rapporto hai con i colori e che significato attribuisci alle scelte cromatiche per i tuoi lavori?
GN: È vero non utilizzo molto i colori; prediligo il segno nero e i contrasti bianco-nero perché incisivi, forti e drammatici.

Io: Parliamo della poetica della tua ricerca artistica. Sfilacciati, stracciati, ricomposti, interpretati: quale messaggio racchiudono i collant delle tue opere?
GN: Nell’ambito della mia poetica, che ho denominato con l’espressione “LEGÀMI – LÉGAMI”, ho finora affrontato due ampie tematiche: da un lato, la complessità dei legami che si instaurano tra le persone, cercando di cogliere la carica emotiva, positiva o negativa, che generano interiormente nell’individuo; dall’altro lato, la rete di relazioni che compongono una comunità, con un’attenzione particolare al desiderio dei giovani di far parte di un sistema di connessioni, idee ed energie in continua evoluzione, pur sognando di poter mantenere le radici con il territorio di origine. I collant di cui si compongono le opere vengono strappati, tirati e ridotti al loro elemento essenziale, il filo, che intesse il proprio percorso di vita ora solitario, ora intrecciato al destino di altri.

Io: Molti dei tuoi lavori sono rotondi. Che significato ha il cerchio per te?
GN: Il cerchio simboleggia un’apertura, una finestra dalla quale guardare oltre, un varco per accedere all’interiorità dell’individuo. Inoltre, il cerchio è una forma perfetta che esprime equilibrio e armonia, anche se al suo interno racchiude a volte racconti drammatici.
Io: Come nascono le tue opere? Quali sono le fonti di ispirazione e attraverso quale percorso arrivi da queste all’opera finita?
GN: Le mie opere nascono da un messaggio o concetto che ritengo importante, che poi esprimo attraverso il linguaggio delle forme e dei colori. Le fonti di ispirazione sono molteplici: una parola sentita o letta, che richiama dalla mia memoria un mondo di pensieri e di emozioni, un elemento osservato nella natura o una situazione vissuta.

Io: Quanto conta per te il confronto nella genesi di un’opera e chi – o cosa – è l’interlocutore privilegiato con cui ti rapporti nella fase creativa e durante il processo di realizzazione dell’opera?
GN: Il confronto sulle tematiche e sulle opere in corso di svolgimento è molto importante per me e attualmente lo svolgo con mia mamma.
Io: Chi sono gli artisti che più ti hanno ispirato o a cui ti senti particolarmente affine e perché?
GN: Mi hanno sempre colpito gli artisti dell’Informale o dell’Espressionismo Astratto per il loro segno deciso e forte e Albero Burri per la ricerca materica.
Negli ultimi tempi sto approfondendo lo studio delle opere di Emilio Scanavino e di Maria Lai.

Io: Quali sono i progetti a cui stai lavorando e qual i quelli ‘nel cassetto’?
GN: Mi piacerebbe, da una parte, applicare le mie opere all’ambito del design e, dall’altra parte, avere la possibilità di lavorare con installazioni site specific che riescano ad avvolgere/immergere fisicamente le persone nelle mie opere.

Chi è Giulia Nelli
Giulia Nelli è nata a Legnano nel 1992, si è laureata all’Accademia di Belle Arti di Brera nel 2014 e ha conseguito nel 2016 il Master IDEA in Exhibition Design del Politecnico di Milano.
Il suo percorso formativo ha riguardato due ambiti paralleli, quello progettuale e quello artistico, nella convinzione dell’importanza di una ricerca multidisciplinare, teorica e pratica. È un’artista della Fiber Art che analizza la relazione di ciascun uomo con l’ambiente naturale e sociale, nella convinzione che sia necessario ricostruire i legami che, resi liquidi dai nuovi mezzi di comunicazione, necessitano di trovare nuovo senso nella vita reale. L’uso dei materiali tessili le consente di esaltare il ruolo del gesto e della manualità, mettendola in contatto diretto con la materia.

Sta frequentando il corso di Arazzo Contemporaneo presso la Scuola Superiore d’Arte Applicata del Castello Sforzesco a Milano.
Ha esposto presso The Fibery – Fiberart Gallery di Parigi. È risultata finalista al Young Fiber Contest 2019 (Chieri), all’HUMANS 2018 Miniartextil (Como, Montrouge, Busto Arsizio e Caundry), al Premio Morlotti-Imbersago 16° edizione 2018 e all’Art Prize CBM 2017/2018 (Torino e Praga). Nel 2019 ha realizzato una mostra personale “Preludio alla dissolvenza” presso SCD Textile & Art Studio a Perugia a cura di Susanna Cati e Barbara Pavan.

Ha in programma una mostra collettiva a novembre 2019 presso Inthependant Gallery a Porto in Portogallo e una mostra personale dal 18 gennaio al 9 febbraio 2020 a Palazzo Marliani Cicogna a Busto Arsizio, selezionata nell’ambito del progetto “Uno spazio per l’arte”.
Oltre alle attività artistiche è mediatore culturale presso la Fondazione Stelline, tutor per le attività didattiche relative al Master IDEA in Exhibition Design presso il Politecnico di Milano, docente a laboratori studiati appositamente per avvicinare bambini e adulti all’arte.

Info: http://www.nelligiulia.wordpress.com | Instagram: @nelli.giulia