Ho intervistato Anna Maria Scocozza incuriosita dalla magìa del suo guardaroba femminile. Ho scoperto un’artista che applica tecniche antiche a materiali riciclati per creare abiti e accessori che sono testimonianza, memoria, narrazione, poesia.

Io: Come e quando hai scoperto la tua vocazione artistica?
AMS: Fin da piccola l’arte mi ha insegnato a trasformare il male in una attività giocosa, in una creazione, come l’alchimista trasforma i vili metalli in oro. Costruire un mondo da ferma non è stato facile. Altrettanto difficile è stato accettare il mio talento come un dono: mi sembrava un fardello troppo pesante e carico di responsabilità. Avrei preferito essere come tutti, avrei voluto non dover espormi, che è anche esporsi al giudizio, accettare il rifiuto o, peggio, scoprire di non avere talento o di non aver nulla di nuovo da esprimere.
Questa sensibilità esasperata e il mio essere senza filtri protettivi, (“troppo autentica – mi dicevano – per questo mondo“) era un problema ingestibile, tanto doloroso da desiderare nascondermi. Finché è arrivato il momento in cui ho capito che rifiutare questo dono avrebbe significato marcire, non fare il fiore per cui ero nata. E allora ho scelto la mia vocazione.

L’artista è anima che sente e pensa ed io ho trasformato la mia fantasia, la mia creatività, la mia visione, il mio talento, in un rifugio, in un appagamento spirituale, in un percorso di consapevolezza e ricerca sperimentale. La vita e l’arte per me si sono dovute incontrare, intrecciare e hanno dovuto riuscire a convivere. L’arte, per dirlo con una citazione, “Può renderci leggeri senza superficialità, aperti senza essere esposti,volatili senza divenire inconsistenti” di A.Bella.

Io: La carta è il tuo materiale d’elezione. È una scelta puramente tecnica oppure c’è già in questa tua predilezione un messaggio, un significato?
AMS: Antica maestra di leggerezza e plasticità, archetipo della trasformazione e metafora di resilienza, la carta è un elemento molto misterioso e affascinante. Ha una sua sensibilità, un valore intrinseco. Materia vivente e generosa, memoria dell’albero, parla a tutti: è poesia di preghiere vegetali trasmutate. Se la bagni si discioglie, se la bruci diventa fumo, attraversa tutti gli elementi (terra, acqua, aria, fuoco, vuoto). La carta (in particolare quella riciclata) racconta storie impregnate di vissuto e ricordi. Nella sua leggerezza e apparente fragilità, nella sua natura proteiforme, nasconde una matrice eterna e universale. Le vespe cartonaie lo sanno: raccolgono le fibre dal legno, le mescolano con la saliva e le usano per costruire nidi di carta che resistono anche all’acqua. E hanno suggerito all’uomo come dal legno si può creare la carta.
“Imparare il volo delle farfalle” | 2020 “La disubbediente” | 2019
Io: Cucire è una delle tecniche base del tuo lavoro. Ma è anche un verbo che rimanda all’idea di ‘sanare’ e ‘curare’. C’è un aspetto ‘salvifico’ nella realizzazione delle tue opere?
AMS: Cucire è solo uno dei tanti strumenti poetici che utilizzo nella mia ricerca. Spesso, ad esempio, creo matasse di filo dalla carta riciclata, colma di ricordi e con un passato da raccontare e che utilizzo per tessere la stoffa dei i miei abiti poetici. La bambina di un tempo, ancora adesso, ama usare l’ago e il filo per ricucire e sanare le ferite che la vita le infligge. Racconti di dolore, speranza, paure tramutatesi in cicatrici di bellezza e consapevolezza non vogliono più restare nascoste ma chiedono di essere raccontate per sfuggire al loro esilio, per essere liberate. In fondo sono una cantastorie di storie che tendono sempre a un lieto fine, a una guarigione.

Io: Quale rapporto hanno le tue opere con l’anima femminile, così presente in quasi tutti i tuoi lavori?
AMS: La mia arte è il risultato di una mediazione in equilibrio tra etica ed estetica. Spinge l’osservatore a interrogarsi non soltanto sulle tematiche sociali che riguardano le vittime – di violenza, di ingiustizie, di emarginazioni, di razzismo – ma lo conduce anche verso un’introspezione psicologica e spirituale, pur restando sempre ancorato alla realtà, alla ricerca di risposte, consapevole che non c’è mai una giusta risposta ma solo una giusta domanda.
Con il femminile le mie opere hanno un rapporto molto stretto. Quando l’anima delle donne si manifesta ed inizia a dialogare con la sua dimensione più sacra, più intima e segreta, accade un miracolo: evoca l’archetipo della donna che sa attraversare la porta che la mette in contatto con la sua energia più arcaica e potente, con la sua vera forza, con la sua vera creatività, con il suo intuito, con i suoi sogni, con l’amore e il rispetto per se stessa. La conduce in salvo, dove dimora l’anima delle donne. Quel femminile violentato, sfinito, saccheggiato da una cultura patriarcale, non può essere più essere addomesticato: libera dall’incanto, si salva da sola.

La creatività femminile è intesa come capacità di dare la vita, non soltanto nel significato di generare figli ma, soprattutto, nuove idee, di partorire sogni che illuminano il proprio cammino. Con le mani concretizza una forma definita e visibile nel mondo reale e fisico affinché l’anima raggiunga il suo scopo.
Negli ultimi anni la mia ricerca artistica si è focalizzata in particolare sulla creazione e realizzazione del ”guardaroba poetico” tutto al femminile (abiti, lingerie, gioielli, scarpe e altri indumenti), realizzato con ciò che viene rifiutato. In particolare utilizzo per le mie opere la carta riciclata, talvolta filata e tessuta, a formare – come dicevo – una stoffa di carta che diventa metafora poetica: una seconda pelle, una visione da indossare per descrivere la realtà, anche quella che non vediamo.
Anna Maria Scocozza | Lingerie poetica realizzata con carta riciclata filata e tessuta | “La disubbediente” | 32×45 cm | 2019
Io: La poesia è l’altra metà delle tue opere. Che ruolo ha nella tua ricerca artistica e personale?
AMS: La poesia è uno strumento di creazione. Le immagini compongono un alfabeto silenzioso ricco di-segni eterni, di suoni simbolici ai quali vorrei dare voce; il mistero che accompagna il mio lavoro, si rivela a chi lo sa guardare con sensibilità e pazienza, riflette come uno specchio quella traccia eterna di umanità che è racchiusa in ogni creatura vivente. Vorrei riuscire a stabilire un rapporto di sorellanza/fratellanza con ogni cosa, come in un cerchio magico, dove il particolare coincide con l’universale e viceversa.
L’artista, quando crea, compie un lavoro terapeutico su di sé. Ricuce le cicatrici con il filo della bellezza e sana la sua “ferita” tramutadola in “feritoia creativa, una luminosa collana di fiori donata al mondo, che lo libera, per un momento, dal suo esilio. Con la sua visione ed i suoi sogni, restituisce al respiro del mondo la sua conquista.
“Se sei poeta, scorgerai la nuvola nascosta in questo foglio di carta. / Senza una nuvola, non può esserci la pioggia, / gli alberi non possono crescere, / e senza alberi non si può fare la carta.” (Thich Nhat Manh)
Abito poetico “Alina.La Primavera ti ri-sveglierà con un fiore” | carta riciclata | 2020 Abito poetico “Per fare un fiore ci vuole un’ape” | carta di un quotidiano filata e tessuta | 2020
Io: Alcune tue opere appaiono quasi un monito a conservare la memoria – degli affetti, degli eventi, dei luoghi e persino delle cose. È uno dei temi della tua ricerca?
AMS: Tutto ciò che mi tocca, sia esso gioioso o doloroso, lo restituisco nella creazione artistica. Ad esempio, la recente perdita di mia madre mi ha segnato e travolto al punto di non riuscire più a creare né ad esternare il mio dolore. Ma mamma-arte mi ha preso per mano aiutandomi ad elaborare la sofferenza: ispirandomi ai suoi abiti del quotidiano e trasfigurandoli artisticamente ho creato “Amabili vesti”, un guardaroba poetico in carta e plastica riciclata.

Io: Quali sono le tue fonti di ispirazione?
AMS: La vita, le emozioni che fluiscono, la bellezza in ogni sua manifestazione, la natura. E gli artisti – in ogni campo e di ogni epoca – che mi risuonano dentro. La musica. Insomma tutto ciò che parla al mio cuore e alla mia anima.

Io: Come prendono forma i tuoi lavori, dall’idea all’opera finita?
AMS: I miei lavori seguono percorsi diversi per manifestarsi. L’idea arriva all’improvviso, anche solo con una frase letta o ascoltata. Oppure hanno, in certi casi, una gestazione molto lunga. O anche attraverso le immagini dei sogni.
Le opere, poi, segnano delle tappe di una partenza o di un arrivo. Briciole di pane che semino e che mi accompagnano inevitabilmente e conducono sempre ad una liberazione o, comunque, ad una nuova consapevolezza, ad altre ricerche. Non si finisce mai di crescere, non si finisce mai di impare: il germoglio deve trasformarsi in fiore. L’opera finale diventa un’azione poetica di recupero di pezzi d’anima, di frammenti di sentimenti ed emozioni che s’infrangono sulla riva del mio creare, del mio fare arte.
Condivido ciò che scrive Cecilia Gatto Trocchi: “I popoli non occidentali sono convinti che un’opera bella richiami sulla terra le potenze misteriose che regolano il cosmo. Ogni opera d’arte è un incantesimo o una preghiera.”

Io: Tra le tue attività tieni anche workshop e laboratori. Quanto è importante per te poter trasmettere il senso della tua arte anche attraverso l’insegnamento?
AMS: L’arte e il riciclo sono un atto rivoluzionario, che riesce a connettere persone anche molto diverse. Non sollecita soltanto fantasia e creatività ma sviluppa un nuovo sguardo, un nuovo modo di pensare, unico e personale. E questo per me è fondamentale.
Quando insegno mi piace che si parta da una materia naturale e riciclata, apparentemente non preziosa, come la carta (quotidiani, riviste, libri, fumetti, ecc.). In genere i miei laboratori hanno l’intento d’insegnare la realizzazione di monili inaspettatamente raffinati e originali impiegando materiali altrimenti destinati al macero per dimostrare che anche ciò che sembra apparentemente inutile, da buttare via, può avere la possibilità di una nuova esistenza, di un riscatto.

Io: A quale progetto stai lavorando e quale invece è nel cassetto per il futuro più lontano?
AMS: Nell’immediato sto lavorando a dei progetti espositivi nazionali ed internazionali. Ho un sogno nel cassetto che è quello di scrivere un manuale per insegnare le tecniche artistiche che utilizzo nelle mie creazioni.

In conclusione, ti ringrazio per avermi dato la possibilità di poter far capire meglio la mia ricerca artistica. Voglio lasciare in dono questa bellissima poesia di Patrizia Cavalli che amo profondamente, con l’augurio che riusciate tutti a fiorire e a vedere il vostro fiore, e che il suo profumo abbracci la vostra Anima.
“Bene, vediamo un pò come fiorisci “ / “Bene, vediamo un pò come fiorisci, come ti apri, di che colore hai i petali, / quanti pistilli hai, che trucchi usi per spargere il tuo polline e ripeterti / se hai una fioritura languida o violenta, che portamento prendi, / dove inclini, se nel morire fradici o insecchisci, avanti su, / io guardo, tu fiorisci”.

Chi è Anna Maria Scocozza
Anna Maria Scocozza nasce a Roma nel 1965 dove vive e lavora. Diplomata in Costume e Moda, ha frequentato presso l’Accademia di Belle Arti di Roma la Scuola libera del nudo e moltissimi corsi di specializzazione di pittura e decorazione. Ha condotto e progettato numerosi laboratori artistico/creativi e corsi di tecniche pittoriche presso musei, scuole, associazioni, centri di aggregazione giovanile per adolescenti, adulti e bambini.
Tra i progetti espositivi recenti: (2020) Settembre e ottobre 1943 – Eccidio degli ebrei sul Lago Maggiore. Opera permanente alla Casa della Resistenza, Verbania; (2019) San Marino Green Festival , personale; Percorsi Traversali, Museo Civico Archeologico di Mergozzo; Biennale Internazionale del libro d’artista, Complesso Monumentale San Domenico Maggiore, Napoli; (2018) Mostra Permanente Internazionale del Libro d’Artista, Biblioteca Provinciale “T. Stigliani”, Matera; (2017) MadreMare Mostra Internazionale di Libri d’artista, Museo d’Arte Contemporanea “Pino Pascali”, Polignano a Mare; (2017) Le stanze delle meraviglie. Wunderkammern, Villa Giulia, Verbania.
Una sua opera è finalista del concorso Indoor Decima Edizione della Lucca Biennale (2021). Ha all’attivo numerosi premi e menzioni in ambito nazionale ed internazionale.

Contatti e informazioni
E-mail: annamariascocozza@libero.it
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