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Simonetta Battoia

Dai primi damaschi e taffetas, Simonetta Battoia realizza oggi opere tridimensionali sperimentando diversi materiali, tra cui il nylon. Una ricerca che conduce con rigore e leggerezza da molti anni, mietendo successi e riconoscimenti.

Più che un’intervista, la nostra è stata una piacevole chiacchierata tra fili, progetti e ricordi.

Dove vanno i nostri sogni, 2020 – 101×100 cm, nylon trasparente e rosa.

Io: Ad un certo punto, nel 1992, ti sei iscritta ad un coso di tessitura. È stata una decisione improvvisa oppure c’erano già, tra i tuoi interessi e le tue attività, le premesse per approcciare il telaio?

SB: Mi sono sempre occupata di attività manuali: cucito, maglia, uncinetto… perciò quando ho iscritto mia figlia a scuola ho visto il corso libero e mi sono incuriosita; così ho iniziato a conoscere il telaio

Io: Dai primi damaschi alle sculture di fiber art il passaggio è notevole. Quando hai cominciato ad applicare le tecniche tessili per realizzare opere d’arte contemporanea anziché tessuti più tradizionali?

SB: È stato il caso, mentre leggevo una rivista (che sarebbe poi diventata “Tessereamano”) trovai un concorso dal tema “Arditi orditi e tenere trame” subito mi domandai come facesse un ordito ad essere ardito?”. Provai, nacque Ali. Il mio primo lavoro con il quale vinsi il primo premio.

Ali, 1996 – 26×100 cm, fili d’erba, cotone, lana.

Io: Cosa ti ispira per la creazione di un’opera? Come procedi dall’idea alla sua realizzazione?

SB: Non è un procedimento fisso, può essere una forma che mi attira, che osservo, che memorizzo per poi utilizzarla; può essere un tema di qualche competizione che mi dia modo di utilizzare quell’intreccio o quella forma che mi aveva colpito. È il fondere l’idea con ciò che mi piace e che posso modificare strada facendo secondo le esigenze tecniche. Non c’è un progetto vero e proprio con disegno e misure; dall’idea passo alla ricerca del materiale più adatto e alla tecnica più valida per rendere queste caratteristiche. Talvolta sono proprio queste stesse caratteristiche che realizzano l’opera. Non c’è la prevalenza di nessun componente ma un equilibrio tra loro.

Maretta, 2019 – 100x85x75 cm, nylon

Io: Quali sono le tecniche che prediligi?

SB: Mi piace molto la tecnica del telaio a triangolo, che poi ho trasformato in cerchio, perché al termine del lavoro ogni lato è rifinito. L’intreccio che amo è la tela: è semplice, pulita e mette in risalto il materiale.

Anonimo, 2003 – 140×60 cm, lino e seta

Io: Quanto è importante per la tua ricerca artistica la sperimentazione di nuove tecniche e materiali?

SB: È molto importante sperimentare il materiale, abbinarlo a tecniche diverse per comprendere come reagisce alle varie manipolazioni e contemporaneamente trovare la tecnica più adatta per metterlo in evidenza.

Sorella acqua, 2015 – 60×33 cm, nylon, cotone, lurex.

Io: Da qualche tempo utilizzi il nylon con il quale riesci a creare anche strutture complesse. Cosa ti ha portato a scegliere un materiale così difficile da ‘governare’?

SB: Il nylon è trasparente come il vetro, se illuminato sapientemente dà riflessi ed ombre inaspettate e mutevoli, quasi sognanti; contemporaneamente non richiede cure (non è delicato come il vetro) è facilmente trasportabile se si sporca lo si pulisce facilmente. Come dici, non è facile da ‘governare’ ma se lo stai a sentire diventa amico.

Leggerezza, 2018 – 100×170 cm, nylon-seta vegetale-cotone-sintetico

Io: Quale tua opera ritieni ti rappresenti maggiormente e per quale motivo?

SB: L’opera “Io” è la mia impronta digitale, tessuta in seta di tutti i colori. Amo i colori e le loro sfumature; in quest’opera mi sono persa, filo dopo filo, tono dopo tono, in un mare di colori.

Io, 2000 – 85×60 cm, seta.

Io: Come ha influenzato le tue opere il lungo periodo di lockdown?

SB: La chiusura non ha influenzato le mie opere, io sto molto volentieri in casa; mi ha aiutato a terminare l’ultimo lavoro.

Utopia, 2020 – 74×54 cm, nylon-cotone bianco-laminato oro.

Io: A cosa stai lavorando in questo periodo?

SB: Ho terminato da poco l’opera per “Trame a Corte”. Sto progettando un lavoro che avrà come soggetto il cerchio, che abbraccia e accoglie; sto riflettendo sullo spessore del filo di nylon; cercherò, e sarà l’impresa del nylon colorato.

Stella serpentina, 2004 – 52×38 cm, bacchette di vetro-seta.

Io: Un progetto, un’opera, un sogno nel cassetto che vorresti vedere realizzato?

SB: Mi piacerebbe realizzare un lavoro dove la trasparenza del nylon possa essere riempita da una tessitura in fili di seta, sia in trama che in ordito, fino ad oggi non ci sono riuscita nonostante molte prove. Ma sono fiduciosa.

Bellezza deturpata, 2017 – 29x14x10 cm, filo metallico-seta-juta.

Chi è Simonetta Battoia

Simonetta Battoia, genovese, ha imparato a tessere frequentando un corso di tessitura presso la scuola Duchessa di Galliera in Genova (1992 -1995) ed un corso di tessitura serica, velluti, damaschi con stage presso Fondazione Lisio di Firenze e presso la Ditta Brozzetti di Perugia. Nel 1995 contribuisce alla costituzione di “ERGASTERION”, gruppo per la ricerca tessile storico artistica con il quale partecipa alla confezione di taffetas destinato al Museo d’Arte Orientale di Venezia e alla mostra “Tessuto d’arte: il tempo continuato”, organizzata dall’Associazione Arte e Cultura di Celle Ligure (Sv) in collaborazione con Tessitura Gaggioli di Zoagli (Ge) e Fondazione Lisio di Firenze; due anni dopo tesse il taffetas utilizzato per la confezione del nuovo Gonfalone di Genova.

Nel 1996 partecipa al concorso “Arditi orditi e tenere trame” organizzato dal Circolo Artistico Culturale Aquarius91 di Torino, classificandosi al primo posto. Da questo primo successo, inizia una sperimentazione sempre più orientata verso l’utilizzo di fili, tessuti e fibre in ambito artistico partecipando a mostre e contest in ambito nazionale ed internazionale: dalla Biennale d’Arte Tessile “Trame d’autore” della città di Chieri (To) a “Dialogue 98” a Chisinau, in Moldavia, Miniartextil Como, la Biennale del Baltico di Gdynia (Polonia), la Triennale di Bucarest,“Mini Texile Art” di Kerson (Ucraine),  “Scythia 2008” VII International Biennal on Contemporary Texile Art, “Suave” III Biennal Internacional de Accesories Textiles di Madrid, “Trame a Corte” a Parma, “Verona Tessile – la via della seta”, “Vanish –Survive” alla Galleria Arka di Vilnius. Solo per citarne alcuni.

Geometrie, 2001 – 18x10x11 cm, bacchette di vetro-seta.

Vincitrice del concorso per il logo del coordinamento tessitori. “Brava casa” le ha dedicato un articolo, “Scultrice al telaio”, di Gabriella Kuruvilla e fotografie di Rossella Murgia. Le sue opere sono nella collezione permanente della Collezione Civica di Chieri; della Collezione White Frigate “Dar Pomorzia”, Museo galleggiante di Gdynia; dell’Associazione “Arti e Mestieri di Macerata e della collezione dell’Associazione Arcadia.

Contatti

L’artista è presente su facebook ed è contattabile via mail sim.mike@libero.it

Caos&cosm,o 2004 – 12×12 cm, bacchette di vetro-seta-feltro.

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