La seconda stagione di Handmade riflette sull’odierna inclinazione dell’osservatore nel trascendere la tradizionale lettura della cultura umana di interpretare la manualità solo come pratica femminile perché così storicamente intesa. Lo fa, puntando direttamente alla creazione artistica di dialoghi e tecniche più complessi ed articolati, capaci di generare strutture di pensiero ed azioni estetiche nuove.
La mostra Handmade 2.0, presentata nella Ptuj City Gallery, curata da Marika Vicari e Jernej Forbici in collaborazione con Dušan Fišer si articola in cinque stanze in un percorso segnato da un ideale filo rosso tra originali artisti internazionali: Anna Galtarossa, Lene Kilde, Marcela Cernadas, Rósa Sigrún Jónsdóttir, Mojca Smerdu, Andrea Salvatori, Valeria Vaccaro, Maruša Štibelj, Alice Zanin, Nicolò Quirico, Blažka Križan, Ōki Izumi, Vanni Cuoghi, Silvia Levenson e Mariantonietta Bagliato.
Tra le opere dunque anche il Serpendrillo di Mariantonietta Bagliato, recentemente esposto a FIBERSTORMING a Bergamo*

L’opera d’arte con Handmade 2.0 va oltre alle mani, alle menti pensanti e ai nostri corpi vibranti, sfida i tempi in un caleidoscopio di forme, colori, linee, superfici che abbiamo visto e vissuto e tutte quelle che vorremmo poter ancora raccontare e svelare attraverso nuovi desideri ed emozioni. In occasione della mostra sarà presentato un catalogo trilingue con testi e contributi di Marika Vicari, Jernej Forbici e Dušan Fišer.
La mostra sarà visitabile dal 18 marzo 2023 al 30 aprile 2023 con il seguente orario: martedì-domenica ore 10-17. Il progetto finanziato dalla Comune di Ptuj, è realizzato dalla Ptuj City Gallery in collaborazione con Art Stays.

* Il Serpendrillo di Mariantonietta Bagliato è un animale fantastico, una creatura mitologica nuova nata da un anomalo processo di metamorfosi che ha combinato le caratteristiche di un serpente e di un coccodrillo.
Ipotesi di un ibrido che abita un’immaginaria era post-umana, l’opera coniuga le caratteristiche estetiche dei due animali e la pluralità di significati simbolici che nel corso della sua storia l’uomo ha loro attribuito, a conferma dell’ambiguità di ogni definizione assoluta ed unica di elementi, fenomeni ed eventi e dell’impossibilità di determinare con certezza il confine tra gli opposti.
Come il serpente, spirito ancestrale, demone tentatore del racconto biblico, guida nella terra dei morti, considerato sacro in molte culture sin da Asclepio, dio della salute greco, che attorcigliandolo intorno al suo bastone ne ha fatto il simbolo per eccellenza della medicina, custode di misteriosi segreti in molti racconti, raffigurazione dell’energia cosmica femminile nell’antica filosofia tantrica dell’India, è dotato nelle diverse tradizioni di potere di vita e di morte mentre la muta lo ha reso agli occhi degli uomini mediatore nei processi di trasformazione, di rinascita, di immortalità.
La stessa polisemia contraddistingue il coccodrillo, dinosauro vivente, creatura che ha attraversato le ere geologiche, ultimo discendente di quelle che dominavano il mondo, così primordiale da poterlo individuare come probabile ispiratore del leviatano del libro di Giobbe (“Nella sua doppia corazza chi può penetrare?” Giobbe 41, 5-6), sicuramente onorato nell’antico Egitto soprattutto lungo le pericolose rive dei fiumi, simbolo di forza talvolta distruttiva, talaltra salvifica associata al Faraone.
Così questa scultura soffice che sembra uscita da una favola, incarna la dualità dell’universo, la tensione creativa tra forze opposte, l’incerta definizione di inferno e paradiso.
(testo di Barbara Pavan, tratto dallo SPECIALE di FIBERSTORMING edito da ArteMorbida > acquistabile qui | copyright dell’autore e dell’editore)
