Samantha Passaniti

La ricerca artistica di Samantha Passaniti (Grosseto 1981) è incentrata sulla sperimentazione di materiali naturali raccolti nell’ambiente che diventano oggetto di riflessione e indagine sulla complessità dei rapporti umani e dell’esperienza esistenziale. Le sue opere pittoriche, scultoree e installative nascono da un continuo rapporto, dialogo e scambio tra interno ed esterno, tra mondo intimo e ambiente, tra uomo e natura, tra esperienza esistenziale e cicli naturali, con una particolare attenzione alle simbologie ancestrali e agli archetipi spirituali che collegano sin dai tempi più remoti l’uomo al mondo naturale che lo ospita.

Ecco cosa ci ha raccontato del suo lavoro:

The wait #3, 2022 | Terre raccolte sul Monte Atlante (Marocco) e nel parco naturale della Sierra de Aracena (Spagna), cenere e pigmento bianco su indumento di cotone donato | Cm 48×33

Io: Qual è il tuo approccio alla pratica artistica?

SP: Il mio approccio alla pratica artistica è di tipo riflessivo se non addirittura meditativo, almeno nella prima fase cioè quella ideativa. Il lavoro infatti si sviluppa a seguito di approfonditi momenti di studio e riflessione che avvengono nel mio laboratorio e soprattutto in natura durante passeggiate e sopralluoghi in cui raccolgo i materiali che mi interessano.

Nel momento in cui le idee e le materie hanno preso forma a livello mentale, procedo in modo istintivo e liberatorio alla produzione. In questa fase lascio che sia la materia stessa a suggerirmi i procedimenti, legandosi in modo naturale alle mie idee e alle mie intenzioni espressive.

Lascio emergere gli errori e le imperfezioni, applico delle correzioni quando lo ritengo opportuno fino a rendermi conto di aver terminato il lavoro che spesso è molto lontano da come lo avevo immaginato inizialmente. Il mio è sicuramente un approccio libero che non si vincola mai troppo strettamente a tecniche precise e standardizzate ma che si alimenta di fronte alla novità, allo stupore, alla ricerca e quindi alla scoperta.

Scatola, 2023 | stoffa di recupero, fibra di canapa, terra di Siena naturale raccolta nella ex cava di Bagnoli Monte Amiata | cm 27x27x21

Io: Quali sono – o sono state – le fonti di ispirazione della tua arte?

SP: Nell’arco degli anni le fonti d’ispirazione a livello di poetica sono state tantissime e continuo a trovarne sempre di nuove, elencarle tutte sarebbe impossibile, in linea generale ciò che maggiormente mi ha influenzata sono alcune opere ed artisti che sento spiritualmente affini, artisti del presente ma anche del passato ma spesso ad ispirarmi sono la musica, un film, la poesia, la letteratura, la natura, i viaggi, le passeggiate.

Ma se penso ai lavori a cui sono maggiormente legata, ovvero quelli nati prepotentemente in maniera spontanea, ammetto che ciò che maggiormente mi stimola nella creazione sono le esperienze emotive e spesso interpersonali che si vivono nella vita, quei momenti particolari che ti toccano in senso positivo o anche in senso negativo e che sento di dover per forza di cose elaborare e fermare nel tempo attraverso l’arte. Anche nel mio ultimo progetto interdisciplinare che potrebbe sembrare organizzato in modo più metodico e scientifico, di base c’è sempre l’esigenza di seguire una scintilla che mi porta a ricercare, collaborare con le persone e creare qualcosa di nuovo. Quindi se dovessi rispondere con una sola parola a questa domanda direi che è la passione ciò che maggiormente mi muove e che ispira la mia arte.

Cuscino, 2023 | fibra di canapa, stoffa di recupero, terra di Siena naturale raccolta nella ex cava di Bagnoli Monte Amiata | cm 60x60x40

Io: Che ruolo hanno i materiali nella tua ricerca artistica? Quali significati veicolano oltre alla loro funzione?

SP: I materiali o meglio le materie della natura sono sicuramente il fulcro centrale di tutto il mio lavoro, infatti oltre ad essere medium artistico e quindi oggetto di elaborazione artistica sono anche il soggetto stesso di tutto quello che realizzo.

Mi stimola particolarmente spaziare tra i materiali e di conseguenza tra le tecniche, spesso legate ai procedimenti del passato, che cerco però di rimodulare sempre in modo personale e avvicinandomi  ai linguaggi del contemporaneo.

Tutti i materiali che ho utilizzato fino ad oggi sono ecologici e di origine naturale raccolti personalmente nell’ambiente, oppure materiali di recupero di vario tipo.  Oltre all’aspetto estetico che presenta, vedo il materiale come significante, ovvero come veicolo di significati altri, di analogie e di dialogo tra me e le cose della natura in cui scorgo valenze spesso spirituali ed esistenziali che cerco di comunicare in modo più o meno esplicito. I materiali naturali che ho raccolto fino ad oggi sono per la maggior parte materie organiche (legno, piante, foglie, rami ecc.) e inorganiche (minerali, terre, argille ecc.) legate a determinati luoghi specifici. 

I luoghi in cui raccolgo le materie sono molto importanti nel mio lavoro ed è mia prassi infatti indicarli e comunicarli come parte integrante del progetto,  perché di fatto il momento della raccolta lo vedo come una atto performativo che avviene in territori specifici, a volte scovati in modo casuale e altre volte in modo volontario, che sta alla base di ogni successiva azione del processo artistico.

Tali materie vogliono essere quindi oggetti di memoria legati ad esperienze, momenti e territori specifici. Anche i materiali di recupero sono al centro della mia ricerca, sicuramente per una questione ecologica, ma soprattutto perché anche in questo caso gli attribuisco un senso profondo legato alla volontà di voler riportare in vita, attraverso la pratica artistica, qualcosa che andrebbe perduto e che porta con sé una storia e una memoria che oggetti e materiali nuovi non avrebbero.

Tra i materiali di recupero che prediligo ci sono sicuramente le stoffe, spesso estrapolate da vecchi indumenti e biancheria che le persone mi regalano e che io rigenero in qualcosa di altro e permanente, come a voler parlare delle storie e degli affetti delle altre persone attraverso la lente del mio fare. Le stoffe inoltre le vedo come elementi riconducibili al concetto di scarto in questo caso della sfera umana, esattamente come tutti gli altri materiali che utilizzo si riferiscono invece alla natura, ma del resto facciamo anche noi parte di quella sfera che spesso vediamo lontana dal nostro modo di vivere ma che in realtà ci appartiene come esseri viventi.

Le sfaccettature di significati e di sensi che cerco e trovo nei materiali sono tantissime e spesso complesse e tutto questo è in forte contrapposizione con le forme e gli “oggetti” della mia ricerca  che invece si mostrano estremamente semplici, essenziali e sintetici, anche se il mio intento è quello di far arrivare al fruitore a livello sottile e percettivo la lunga riflessione che c’è dietro ogni opera o progetto.

Installation view della mostra di Oltreterra Art Project presso la Galleria Civica Olmastroni di Siena, Luglio 2023 | Scyricum, 2023
carta riciclata fatta a mano, gesso, terra di Siena e limonite raccolte sul Monte Amiata su tele e legno di recupero,, 20 pezzi cm 50×50

Io: Quali istanze – personali, individuali, universali – trovano espressione attraverso il tuo lavoro artistico?

SP: Le istanze che mi muovono sono di vario tipo, a livello personale sicuramente la mia primaria necessità è quella di analizzare la natura attraverso la sperimentazione della materia mostrando gli esiti delle interazioni tra i più disparati materiali. Trasversalmente la mia pratica cerca di valorizzare e mostrare i luoghi da cui provengono i materiali, anche se spesso si tratta di luoghi anonimi, portando così lo spettatore alla loro conoscenza e memoria.

Inoltre credo e spero che il mio messaggio visivo porti, non tanto in modo politico quanto poetico, ad una sensibilizzazione del pubblico sui temi dell’ecologia anche se indirettamente e per mezzo della celebrazione della bellezza del dato naturale, testimone di una realtà da salvaguardare, curare e rispettare.

Dovendo guardare il mio lavoro un po’ da lontano per rispondere a queste domande, devo dire che mi rendo conto del fatto che forse può risultare inafferrabile proprio per l’eterogeneità sia delle istanze che lo muovono sia dei processi tecnici che tentano di  definirlo e credo che questa sia la particolarità che lo contraddistingue, come se non volesse incasellarsi in definizioni statiche e rigide. Lo immagino quindi come un tessuto morbido e cangiante fatto di una fitta trama di fili diversi l’uno dall’altro che cambiano e si modificano con lo scorrere del tempo.

Linea di Forza, 202| 1Intervento ed installazione site-specific (Artenatura Villaga, Colli Berici, Vicenza) | 10 metri di lunghezza, altezze e spessori variabili
(Indumenti donati dagli abitanti di Pozzolo di Villaga, gesso, polvere di pietra di Vicenza, terra raccolta sui colli Berici, vernice ecologica e due alberi di carpino nero).

Io: Come si è evoluto il tuo lavoro nel corso del tempo?

SP: Il mio lavoro sin dall’inizio si è basato sull’osservazione e la contemplazione del mondo naturale che tentavo di riportare sulla tela con linguaggi vicini alla pittura astratta. Durante un viaggio in Marocco, catturata dal colore rosso delle terre che rivestono le pianure ai piedi del monte Atlante, ne ho raccolto dei frammenti e tornata a studio mi è venuto naturale inserirli nei miei lavori, sia per la loro valenza estetica sia come simbolo di una materia legata a quel determinato territorio e a quella determinata esperienza esistenziale che volevo in qualche modo fermare nel tempo.

Da quella esperienza del 2015 non ho più smesso di portare avanti questo processo di “scoperta dei luoghi naturali, raccolta e utilizzo di materie” che sono diventate sempre più eterogenee e complesse. Con queste materie così ho iniziato dapprima a realizzare opere bidimensionali ma a poco a poco mi sono aperta alle forme tridimensionali e  quindi anche ad opere di tipo installativo.

In seconda battuta, ho iniziato a lavorare anche con elementi vegetali viventi all’interno dei miei lavori e grazie alla possibilità di aver potuto partecipare a residenze artistiche in luoghi naturalistici di estrema bellezza, successivamente ho cominciato ad introdurre le mie installazioni direttamente nei luoghi aperti che inizialmente solo osservavo. Alcune di queste installazioni sono state temporanee e successivamente esposte in luoghi per l’arte, altre sono rimaste nel sito in cui sono nate.

Un ulteriore sviluppo della mia pratica credo di averlo raggiunto con l’introduzione della partecipazione del pubblico per quanto riguarda il reperimento dei materiali, in particolar modo delle stoffe e dei tessuti che io chiamo “affettivi” e che ho chiesto in dono attraverso delle call sui social network o direttamente nei territori in cui ho realizzato le installazioni ambientali. Questo aspetto che lega il mio lavoro alle esperienze delle persone, va a comporre una fitta trama di significati e risvolti che trovo molto interessanti e ancora ricchi di potenzialità da sviluppare.

Infine, con il mio ultimo lavoro Oltreterra Art Project invece, ho realizzato un progetto artistico di lunga durata e di tipo interdisciplinare dove ho collaborato con diverse figure appartenenti ad altri ambiti della ricerca rispetto a quella artistica, ovvero geologi, associazioni culturali, strutture museali e guide ambientali, e devo dire che questo aspetto è stato veramente stimolante apportando una grande crescita nel mio percorso.

Installation view della mostra di Oltreterra Art Project presso la Rocca Aldobrandesca di Arcidosso, Agosto 2023 | Oltreterra, 2023, stoffa di recupero donata, terra di Siena della ex cava di Bagnoli Monte Amiata, fibra di canapa, dimensioni variabili

Io: Mi racconti il tuo OLTRETERRA ART PROJECT?

SP: Oltreterra Art Project è un progetto artistico e culturale durato circa un anno e partito a Marzo 2023, nato dall’esigenza di indagare il noto pigmento pittorico terra di Siena che è stato sempre estratto nel territorio del Monte Amiata in provincia di Grosseto, un tempo facente parte della Repubblica di Siena da cui prende il nome. Pare che il pigmento venisse estratto nel territorio da sempre anche se in modo sporadico e per un uso personale, ma con la rivoluzione industriale e fino alla metà del Novecento sull’Amiata c’erano due cave che erano delle vere e proprie industrie estrattive che lavoravano ed esportavano il materiale artistico in tutto il mondo e di cui la Storia dell’Arte ne è testimone. Quella che ho indagato con il progetto è l’unica cava rimasta visibile anche se in stato di abbandono e si trova a Bagnoli in una frazione di Arcidosso (GR).

Il progetto curato da Valeria De Siero e Davide Silvioli, è di tipo interdisciplinare poiché si è strutturato grazie all’apporto di varie figure ed enti, ovvero, due guide ambientali, un’associazione culturale attiva sul Monte Amiata, l’Accademia dei Fisiocritici  ed il Museo di Storia Naturale di Siena dove si è svolta la mostra restitutiva finale del progetto con una cospicua serie di opere da me realizzate compreso un video documentario dei sopralluoghi preliminari.

Il progetto è partito con una serie di ricerche, affiancata dall’apporto scientifico dell’Accademia dei Fisiocritici di Siena, e con vari sopralluoghi accompagnata da due guide ambientali che mi hanno portata alla scoperta della ex cava della terra di Siena.  Direttamente in questo luogo ho raccolto la terra ed ho iniziato la lavorazione delle opere che sono scultoree, installative, pittoriche e tutte realizzate con materie di scarto e naturali, nello specifico carta riciclata donata, stoffe donate, fibre di canapa, materiali di recupero come cavi di rame, legno e acciaio abbinati ovviamente alla terra di Siena.

A partire da Luglio 2023 si sono susseguite una serie di mostre personali in location istituzionali tra la provincia di Grosseto e quella di Siena come la galleria Civica Cesare Olmastroni di Siena, la Rocca Aldobrandesca di Arcidosso sul Monte Amiata, il Polo Culturale le Clarisse di Grosseto ed infine il Museo di Storia Naturale di Siena al cui interno è custodita una bellissima collezione dedicata alle terre bolari e alla terra di Siena. In ognuno di questi luoghi ad apertura degli eventi espositivi, sono state proposte delle conferenze e presentazioni del progetto alle quali hanno preso parte le varie personalità che hanno partecipato ad Oltreterra Art Project, ovvero un geologo, docenti dell’Università di Siena e alcuni studiosi dell’Accademia dei Fisiocritici.

Intreccio, 2023, elemento di recupero in polietilene, stoffa di recupero, fibra di canapa, terra di Siena naturale raccolta nella ex cava di Bagnoli Monte Amiata, cm 60x35x30

Infine nel mese di Novembre 2023 le guide ambientali attive sul Monte Amiata hanno  condotto un laboratorio didattico aperto a tutti ed una escursione alla scoperta della terra di Siena.

Il progetto termina il 23 Marzo 2024 con la presentazione del catalogo di Oltreterra Art Project edito da Effigi edizioni e promosso dal Centro Studi Don Pietro Fanciulli di Porto S. Stefano (GR), ma il progetto in realtà possiamo considerarlo non del tutto concluso.

Infatti, stiamo lavorando ad una ulteriore presentazione che si terrà a Roma e grazie alla sua forte natura interdisciplinare, Oltreterra Art Project è stato scelto per una presentazione che si terrà a Firenze nel mese di maggio in occasione di un importante congresso internazionale sulle scienze del suolo nella sezione dedicata all’arte, e di questo non posso che essere orgogliosa e soddisfatta.

Il Tempio del Cerchio, 2021 | Installazione ambientale site-specific presso l’azienda agricola biologica Il Cerchio, Capalbio (GR) | (63 vecchi pali utilizzati per i vigneti recuperati nell’azienda, 21 canne di bambù, stoffe donate, spago, vecchi chiodi estratti da recinti agricoli recuperati nell’azienda, foglie di bambù, terra e cenere raccolta nell’azienda, gesso e vernice bianca ecologica) | 15 metri di diametro, 47,7 metri di circonferenza

Io: A cosa stai lavorando in questo periodo?

SP: Appena terminato il progetto Oltreterra mi sono messa subito a lavoro per una nuovo evento espositivo che si terrà a Settembre 2024. Si tratta del Premio Città di Tarquinia curato da Lorenzo Fiorucci che mi ha invitata a partecipare con un progetto site-specific, sperimentando il medium ceramico. Non ho mai realizzato prima opere in ceramica anche se ormai da anni la terra e le argille crude fanno parte del mio lavoro. Questo invito l’ho visto come l’occasione adatta per sviluppare ulteriormente la mia ricerca intorno al concetto di terra, ed ho deciso di realizzare una installazione dove la ceramica possa dialogare con altri materiali e tecniche che ho già sperimentato in passato, cercando di uscire dalla prassi tradizionale con un allestimento più sperimentale che forzando la tecnica canonica possa avvicinarsi più possibile al mio linguaggio e ai temi che intendo comunicare.

Si tratta di una grande scommessa per me, perché significa rimettermi ancora una volta in gioco con nuove problematiche. Anche in questo caso ho mantenuto forte il legame con il territorio, con i luoghi abbandonati e con la materia naturale, essendo andata a cercare personalmente l’argilla che sono riuscita ad estrapolare sulle Colline Metallifere in provincia di Grosseto in una ex cava abbandonata di caolino.

Sopralluogo, raccolta del materiale e lavorazione per Oltreterra Art Project all’interno della ex cava della terra di Siena a Bagnoli, frazione di Arcidosso (GR), Marzo 2023.

Io: Progetti per il futuro?

SP: Senza entrare troppo nello specifico dal momento che non ho ancora pianificato troppo nel concreto, per il futuro vorrei portare a compimento due progetti in particolare, che ho in cantiere già da diverso tempo e che prevedono momenti di residenza, uno all’estero e l’altro a Milano. Entrambi i progetti hanno a che fare con le trame delle relazioni essendo progetti interdisciplinari e di arte relazionale ed uno di questi in particolare tocca fortemente i temi dell’ecologia.

Riuscire ad organizzare questo genere di cose è sempre un grande impegno che spesso richiede tempi molto lunghi di gestazione e coordinamento, ma che alla fine ripagano sempre in termini di soddisfazione e crescita, quindi spero vivamente di riuscire a portarli a termine entrambi. Non aggiungo altro e incrocio le dita.

Installation view della mostra personale del 2021 Confidence in the Uncertain a cura di Giorgia Basili presso la Galleria Curva Pura di Roma.

NOTE BIOGRAFICHE

Samantha Passaniti, nata a Grosseto nel 1981, vive e lavora tra Monte Argentario e Roma. Diplomata all’Accademia di Belle Arti di Roma, nel 2015 ha frequentato un corso post laurea presso la Slade School of Art di Londra. Dal 2018 al 2021 è tra i finalisti del premio annuale Arteam Cup.
Ha partecipato a numerose collettive in Italia e all’estero e nel 2018 è stata selezionata dall’organizzazione internazionale ReArtiste per una collettiva presso la MC Gallery di New York.
Nel 2019 è vincitrice del premio Adrenalina e di due residenze artistiche incentrate sul rapporto uomo e natura: la prima come premio del concorso Arteam Cup 2019 presso il parco naturale patrimonio UNESCO del Beigua in Liguria, la seconda presso il Centro di Arte Contemporanea Arte Ventura in Andalusia Spagna.


Tra le principali mostre personali si ricordano: nel 2023 “Scyricum terra tra materia e arte”, Galleria Civica Olmastroni, Siena a cura di Davide Silvioli e Valeria de Serio e “Terre la materia della relazione”, museo di storia Naturale Accademia dei Fisiocritici, Siena sempre a cura di Davide Silvioli e Valeria de Siero. Nel 2022 “Congiunzioni”, a cura di Francesca Lissoni, presso il Museo Perrando Nuovo Polo Museale, Sassello (SV), nel 2021 “Confidence in the uncertain”, a cura di Andrea Romagnoli e Giorgia Basili, Galleria Curva Pura, Roma e nel 2020 “Rethinking Materials Rethinking the place” a cura di Davide Silvioli presso Palazzo Cozza Caposavi, Bolsena (VT).

Installation view della mostra finale di Oltreterra Art Project dal titolo “Terre, la materia della relazione” presso il Museo di Storia Naturale di Siena, Dicembre 2023-Febbraio 2024

Foto di copertina: Installation view della personale “Congiunzioni” del 2022 a cura di Francesca Lissoni presso il Nuovo Polo Museale di Sassello (SV).

Lascia un commento

Progetta un sito come questo con WordPress.com
Comincia ora